PASSO INDIETRO PREOCCUPANTE

(dall’inviato Occhio Vigile)

NIMAX CASALECCHIO – AIE PROGETTI SAMPOLESE BASKET: 71 – 53
(20-17; 36-31; 53-38)
Masi Casalecchio: Gherardi L. 3, Martelli 2, Gherardi P. 19, Sechi 3, Morganti 11, Giovannini 14, Tomassini 2, Simoni 2, Brazioli 4, Rossetti 11. All. Malavasi.
AIE Progetti Sampolese Basket: Zaccaria 2, Fontanesi 8, Fantini 9, Rinaldini 11, Bonacini 1, Salati 4, Virgoletti ne, Galassi 2, Tondo 6, Spaggiari 10. All. Minardi.

Così non va. Non va proprio per nulla. La Sampolese basket subisce la seconda sconfitta su due partite nella seconda trasferta in terra bolognese. L’avversario è esperto e ben organizzato. Forte ma non irresistibile. Perdere ci sta. Ma ciò che non va è il modo in cui è maturata la sconfitta.
Il problema sembra più mentale che di altra natura. Perché dopo essere affondati 7 giorni fa, sotto le bordate di un paio di giocatori obiettivamente fuori categoria, questa volta ad uccidere la gara è stato un ottimo Gherardi, autore di 19 punti con elevatissime percentuali al tiro, che ha fatto sempre e comunque ciò che ha voluto, su tutti i 28 metri del campo.
Dopo un inizio scricchiolante i biancorossi si svegliano e recuperano i 7 punti di svantaggio, grazie ad una difesa che produce qualche pallone rubato e li tramuta in contropiede. Sono poi le bombe di Rinaldini a regalare un effimero vantaggio. E qui, sul più bello, la Sampolese Basket decide che è giunto il momento di sedersi a rimirare le prodezze di un Gherardi veramente ispirato. Il suo show produce prima un parziale di 10 a 0, poi l’allungo nel terzo quarto, dove i nostri oltre a non metterla neanche in una vasca da bagno (i 7 punti complessivi realizzati nel terzo quarto, che dite, sono abbastanza eloquenti?) continuano beatamente a stare a guardare in difesa. Ed è quello che ne oggi ne mai i Biancorossi potranno permettersi di fare, perché se si pensa di poter vincere una sola gara, giocandola in punta di fioretto, senza versare ettolitri di sudore, lacrime e sangue, allora non abbiamo capito proprio un bel niente del campionato di Serie D. E sarà meglio per tutti che la cosa venga metabolizzata al più presto, perché di fronte, ancora per qualche mesetto, non avremo più né un Poviglio, né un Gualtieri (con tutto il rispetto…) e per vincere non basterà indossare la canotta rossa della festa come succedeva la stagione scorsa. Dovremo conquistare ogni singola vittoria con sudore, lacrime e sangue. E riempirne barili su barili. E quando avremo versato l’ultima goccia disponbile, solo allora, potremo ferarci e buttare per un istante un’occhiata al tabellone per capire quanto bravi siamo stati. Non prima. Così non va. Non va proprio per nulla.